Ristampe 2020: alcune tra le più interessanti dell'anno

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Ripubblicazioni e box set sono sempre più ricchi e numerosi. Ecco alcuni tra i più interessanti dell’anno, direttamente dagli archivi di Neil Young, Prince, Doors, Iggy Pop, Bob Marley, Rolling Stones, John Lennon.

Neil Young, “Archives Volume II (1972-1976)”

Andare in tour è stato impossibile? Neil Young si è dedicato alle pubblicazioni d’archivio, dall’eccellente lost album Homegrown del 1975 a Return to Greendale. Ha chiuso l’anno con l’atteso Archives Volume II (1972-1976) che arriva dieci e passa anni dopo il precedente volume. Questi 10 dischi offrono una panoramica stupefacente del suo periodo migliore, quando pubblicava musica a un tale ritmo da mettere in difficoltà la sua etichetta. Ci sono 12 gemme inedite, da L.A. Girls and Ocean Boys a Greensleeves. Tra gli highlight, Young che canta alcuni secondi di I Got You Babe Babe di Sonny & Cher, Stephen Stills in una jam di Separate Ways e Young che si unisce a Joni Mitchell in Raised on Robbery. Se il 2020 ci ha insegnato qualcosa, è che nemmeno la pandemia può fermare Young. (A.M.)

Prince, “Sign O’ the Times (Super Deluxe Edition)”

Il doppio del 1987 era un miscuglio eclettico di funk, pop, rock, R&B, gospel che parlava d’amore, sesso e fede. Un capolavoro. E sembra persino meglio dopo aver passato al setaccio le quasi quattro ore di inediti della ristampa super-deluxe. All’epoca Prince giocava su vari tavoli: stava registrando canzoni per un doppio LP intitolato Dream Factory; per il triplo LP Crystal Ball; per un progetto parallelo in cui il suo canto era accelerato e in cui si faceva chiamare Camille; per un musical che ha poi saggiamente accantonato; per un progetto per Bonnie Raitt; per una collaborazione con Miles Davis; e potremmo andare avanti. È impossibile rintracciare un pensiero musicale univoco, il che rende ancora più eccitante trovare le perle contenute nei suoi archivi. (K.G.)

 

Bob Marley, “The Complete Island Recordings”

Per commemorare il 75° compleanno di Marley, l’intero catalogo della leggenda del reggae è stato ristampato in versione deluxe su CD e rimasterizzato in half speed in vinile. Dai dischi del 1973 Catch a Fire e Burnin’ alle ultime incisioni del 1980 contenute in Uprising e nel postumo Confrontation, è uno dei cataloghi più influenti della musica pop. La serie di ristampe comprende anche l’antologia di successo Legend e i dischi dal vivo Live! e Babylon by Bus. All’inizio del 2021 sarà disponibile anche un’edizione limitata degli album di Marley stampati e numerati presso la sede della Tuff Gong International a Kingston, in Giamaica. Sarà inclusa la versione originale giamaicana di Catch a Fire. (J.D.)

The Rolling Stones, “Goats Head Soup (Deluxe Edition)”

Goats Head Soup non era e non è il disco che uno s’aspetta dagli Stones dopo Exile on Main St. Dopo un decennio passato in sala d’incisione e in tour per il mondo, per non parlare di eccessi vari, gli Stones sembravano esauriti, persino malinconici, addirittura vulnerabili – in altre parole, esseri umani, non divinità rock invincibili. I mix alternativi non aggiungono granché al disco, meglio la jam strumentale Dancing with Mr. D che permette di spiare la band che registra senza Jagger o l’outtake Scarlet che è più sporca rispetto alle tracce pubblicate (forse per via del riff di Jimmy Page). E nel live The Brussels Affair, dall’ultimo tour con Mick Taylor, gli Stones suonano alla grande. (D.B.)

Iggy Pop, “The Bowie Years”

David Bowie era il massimo sostenitore di Iggy Pop. Gli ha prodotto Raw Power ed è andato a trovarlo quando a metà anni ’70 era ricoverato in un ospedale psichiatrico a lottare con la dipendenza. Sono poi andati assieme a Berlino dove Bowie ha prodotto e contribuito a scrivere The Idiot e Lust for Life, entrambi del 1977. In pezzi come China Girl e Tonight, poi rifatti dall’inglese, Iggy sembrava ringiovanito e il tour che è seguito, con Bowie alle tastiere, ne ha solidificato il mito. Questo box set mette assieme i due dischi, l’album dal vivo dimenticato TV Eye, un CD di demo e rarità, tre bootleg inediti registrati nel marzo 1977 che testimoniano la nascita di una leggenda. (K.G.)

John Lennon, “Gimme Some Truth. The Ultimate Mixes”

Nell’ottantesimo anniversario della nascita, la famiglia di John Lennon ha pubblicato un’incredibile collezione di 36 pezzi solisti. Le nuove versioni sono remixate dai master originali, che fanno brillare il suono di pezzi meno noti come Steel and Glass e I’m Losing You e di classici come God e Watching the Wheels. Tra le curiosità incluse nel cofanetto c’è una copia della lettera spedita da Lennon alla Regina Elisabetta II in cui restituisce il titolo di membro dell’Ordine dell’Impero Britannico. «È stato un anno duro per tutti», ci ha detto Sean Ono Lennon, che ha prodotto la raccolta. «Avere un motivo per andare a riscoprire la musica di mio padre, riascoltarla, ripensarla è stato terapeutico. È stata un’opportunità di tornate indietro negli anni e riconsiderare il suo lavoro». (A.M.)

The Doors, “Morrison Hotel (50th Anniversary Deluxe Edition)”

Dopo il suono da big band di The Soft Parade, i Doors tornarono all’essenziale con Morrison Hotel. Robby Krieger ci mise i groove di Roadhouse Blues e Peace Frog, Ray Manzarek la psichedelia di Waiting for the Sun, Jim Morrison il crooning di Indian Summer. L’edizione per il quarantesimo anniversario aggiunge alla track list esecuzioni in studio inedite di Queen of the Highway, Peace Frog e Roadhouse Blues. Nella Take 1 di quest’ultima si sente Morrison creare l’atmosfera giusta per il pezzo: «Abbiamo una confezione da sei birre e qualche canna, ascoltiamo la radio e guidiamo verso la locanda attraverso la natura». Krieger tirò fuori un assolo migliore, la traccia vocale di Morrison non era buona quanto quella finita sul disco, ma la take ci permette di comprendere il metodo di lavoro della band. (K.G.)

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US. Schede di Jon Dolan, Angie Martoccio, David Browne, Kory Grow, Jonathan Bernstein.

(Fonte: www.rollingstones.it)

 


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