Il 28 dicembre sarà pubblicato Depeche Mode: All That’s Left To Know About the World’s Finest Synth-Pop Band, un volume firmato da Michael Christopher, autore che ha deciso di raccontare la storia dei Depeche Mode, dai loro esordi fino alla consacrazione come band leader di un genere musicale ben preciso, il synth-pop.
Nel libro Christopher racconta anche un episodio davvero singolare che risale al 1990, poco dopo la pubblicazione del settimo disco della band, Violator. I musicisti si trovavano in un negozio di dischi di Los Angeles per firmare le copie del nuovo album ai fan e l’evento per poco non si trasformò in una enorme rissa.
L’autore racconta che in quel periodo, in realtà, i Depeche Mode avevano diversi problemi a livello personale: il matrimonio di Dave Gahan era finito e lui stava soffrendo molto per questo motivo, arrivando al punto di fare uso di droghe. Iniziò a non riuscire più a contenere la sua rabbia e una volta a Milano per poco non aggredì delle persone per il solo fatto di essersele trovate davanti per strada. Il tastierista Andy Fletcher, invece, aveva iniziato a soffrire d’ansia e di depressione e questo faceva arrabbiare Alan Wilder che non riusciva a comprendere i suoi stati d’animo, soprattutto quando arrivava il momento di entrare in studio per registrare.
Nonostante la situazione non fosse proprio delle migliori, i Depeche Mode riuscirono comunque a completare Violator, un disco nel quale dimostrarono di aver raggiunto la maturità artistica, sfornando anche hit come Policy Of Truth e Personal Jesus. Pubblicato il 19 marzo del 1990, l’album conquistò ben presto la vetta delle classifiche, sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti e poi anche in molti altri Paesi. Martin Gore spiegò a NME: “Lo abbiamo intitolato Violator per scherzo. Volevamo trovare il titolo più estremo e più ridicolosamente heavy metal possibile. Resterò sorpreso se la gente coglierà l’ironia. Ad ogni modo, quando abbiamo intitolato un album Music for the Masses, siamo stati accusati di essere supponenti e arroganti. In realtà, era un riferimento ironico al fatto che fosse un disco non commerciale. Non era altro che musica per le masse!”.
Con Violator, di fatto, i Depeche Mode diventarono una band mainstream e fu così che si guadagnarono un firmacopie al negozio di dischi Wherehouse di Los Angeles il 20 marzo del 1990: circa cinquemila fan si accamparono fuori dall’edificio per poter partecipare al grande evento. Poco prima delle 9 di sera le persone in attesa erano diventate quasi ventimila: “Pensavamo che sarebbero venute circa 30 persone – commentò in seguito Fletcher – invece ne arrivarono a migliaia, fu incredibile”. Le guardie giurate assunte dal negozio per garantire la sicurezza durante l’evento ovviamente non bastavano più per tutta quella gente. La coda di persone in fila aveva ormai superato i quindici isolati, invadendo tutto il quartiere. Per questo motivo le autorità locali decisero di schierare 130 poliziotti in tenuta antisommossa per scongiurare qualsiasi tipo di incidente.
La situazione, però, precipitò ben presto: le persone in fila erano impazienti, si creò il caos e si sfiorò la rissa: dopo solo un’ora dall’inizio del firmacopie, i Depeche Mode furono costretti ad andare via, scortati dagli agenti. I fan causarono anche ingenti danni, per un totale di 18,076 dollari di risarcimento, somma che fu poi pagata dalla Wherehouse Entertainment. L’incidente fu raccontato da tutti i giornali e la band si guadagnò così un bel po’ di pubblicità non preventivata e si fece conoscere anche da chi ancora non sapeva chi fossero.
Per ringraziare i fan che avevano contribuito all’aumento di popolarità della band negli States, la Sire Records stampò 25mila copie di The Wherehouse 3/20/90, un nastro contenente un’intervista rilasciata dai musicisti dopo quel firmacopie finito male e una canzone esclusiva, la versione mixata di Something To Do. Queste copie furono regalate agli ascoltatori della radio KROQ; in seguito DJ Richard Blade fece notare che quell’evento, anche se non portato a termine, fu il più grande firmacopie di sempre. In effetti quel giorno restò nella storia, anche perché fu grazie a quell'album che iniziò una nuova fase della carriera dei Depeche Mode.
(Fonte: www.virginradio.it)