Neil Young non è solo nella protesta contro Spotify

Curiosità Neil Young

"Possono avere Rogan o Young. Non entrambi" ha dichiarato il leggendario folk-rocker Neil Young la scorsa settimana parlando di Spotify. Secondo il cantante la piattaforma di streaming più nota al mondo sta diffondendo false informazioni in merito ai vaccini per il covid-19, supportando il podcast no-vax "The Joe Rogan Experience". Così ha annunciato che avrebbe rimosso la sua musica dalla piattaforma come forma di protesta. In pochi giorni il gigante dello streaming, Spotify, ha già perso oltre due miliardi di dollari in valore di mercato e, come riportato dal settimanale Variety, le azioni hanno subito un calo del 6%. Altre società dell'industria musicale sono intervenute sul dibattito, infatti i servizi di streaming Tidal ed Apple Music hanno subito espresso sostegno nei confronti di Neil Young e hanno colto l'occasione per promuovere la sua musica sulle loro piattaforme.

Non è la prima volta che Spotify riceve critiche a causa di Joe Rogan. All'inizio di gennaio, 270 scienziati hanno inviato una lettera alla piattaforma segnalando la pericolosità della disinformazione diffusa dal podcast in questione: "Consentendo la propagazione di affermazioni false e dannose per la società, Spotify permette ai suoi media ospitati di danneggiare la fiducia del pubblico nella ricerca scientifica e seminare dubbi sulla credibilità della guida basata sui dati offerta dai professionisti medici".

A quanto pare Neil Young non resterà solo nella sua protesta, infatti anche Joni Mitchell ha dichiarato il suo sostegno all'artista, annunciando l'intenzione di rimuovere la sua discografia da Spotify per manifestare il suo dissenso contro la disinformazione del servizio di streaming. Questo è ciò che è stato scritto sul suo sito web ufficiale il 28 gennaio: "Ho deciso di rimuovere tutta la mia musica da Spotify. Alcuni individui irresponsabili stanno diffondendo bugie che stanno costando la vita alle persone. Sono solidale con Neil Young e le comunità scientifiche e mediche globali su questo tema”.  

Anche James Blunt, in forma più ironica, si è unito alla protesta contro Joe Rogan scrivendo su Twitter: "Se Spotify non rimuove immediatamente Joe Rogan, pubblicherò nuova musica sulla piattaforma", concludendo con  l'hashtag "youwerebeautiful".

"Con una stima di 11 milioni di ascoltatori per episodio, JRE, che è ospitato esclusivamente su Spotify, è il podcast più grande del mondo e ha un'enorme influenza. Spotify ha la responsabilità di mitigare la diffusione della disinformazione sulla sua piattaforma, sebbene la società al momento non abbia una politica di disinformazione" (Neil Young).
Sarebbe una grande seccatura per Spotify se la protesta di Neil Young provocasse una reazione a catena!
(Foto di copertina: Neilyoungarchives Instagram)


 

 

 


 

 


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